Pillola, vaccino anti celiachia speranza, utopia o realtà?
Favorevoli o contrari?
Vorrei, con l'aiuto di tutti gli SPIGAti che ci seguono, intavolare un dibattito o meglio un confronto su questo argomento molto trattato e nel quale tantissimi SPIGAti ripongono grandi speranze.
Bene, fin dal lontano 2005 inizarono a circolare le prime voci, seguite dai primi articoli, sulla sperimentazione di un vaccino e/o di una pillola "Anti Celiachia". Si susseguirono e ancora lo fanno oggi, le stesse voci e gli stessi articoli, prima si parlò che la pillola sarebbe entrare in commercio dalla fine del 2007, poi fu detto nel 2008 poi venne specificato che la sperimentazione accurata non sarebbe potuta durare meno di 5 anni e quindi non se ne sarebbe parlato prima del 2013. Siamo nel 2014 e ora si parla dell'ultima fase della sperimentazione. Per il vaccino stessa storia arricchita però da un "giallo" cominciato a circolare in rete che il vaccino sarebbe stato pronto ed efficacie ma che era stato boicottato dall'industria alimentare (storia del tutto infondata ovviamente). Ed eccoci qui siamo nel 2014 e che succede?
Cerchiamo di fare un po' di chiarezza per poi alimentare una discussione ed un confronto alla luce di ciò che conosciamo ora.
Da anni lo sappiamo, la ricerca scientifica è impegnata in diversi studi per il trattamento della celiachia.Le sperimentazioni in atto sono 2, quella per la pillola e quella per il vaccino.
Il vaccino dovrebbe avere il compito di agire sul sistema immunitario per far sì
che lo stesso possa “tollerare” il glutine e quindi di far regredire la
celiachia. Come commenta il direttore del Centro di Ricerca sulla Celiachia
e Biologia Mucosale dell’Università del Maryland a Baltimora, Prof. Alessio Fasano (uno dei massimi esponenti a livello mondiale), “Il vaccino, attraverso un metodo molto complesso, intende bloccare
la reazione autoimmune tipica della celiachia che porta alla produzione di citochine
dannose per l'intestino. Il vaccino riesce a presentare i pezzettini di glutine
alle cellule del sistema immunitario in maniera speciale: in questo modo “rieduca”
le cellule, riprogrammandole perché tollerino il glutine e non producano citochine”. Anche se può sembrare una soluzione semplice e immediata in realtà l'attuazione di questa soluzione è complessa e richiede tempi lunghi ed incerti. Attualmente il vaccino è ancora nella fase di sperimentazione iniziale, gli scenziati hanno verificato che il vaccino non ha effetti collaterali e tossici ma non sono ancora riusciti a dimostrarne ne l'efficacia ne la validità.
Per quanto concerne la "pillola anti celiachia" o come è stata soprannominata la "pillola prima dei pasti" la fase di sperimentazione è più avanzata, in termini tecnici siamo al trial clinico III, ovvero, continua la sperimentazione allargando il numero di centri,
cioè di ospedali e cliniche coinvolte, con l'obiettivo di confermare
l'efficacia, affinare i dosaggi, valutare il
valore terapeutico, meglio definire il rapporto sicurezza efficacia, e
superare il problema della variabilità individuale.
Anche l'Italia prende parte a questa fase di sperimentazione, infatti da inizio 2014 al via anche a Salerno la sperimentazione come racconta in questa
intervista il Dr. Fasano.
Il farmaco
individuato, perchè di farmaco si tratta (che dovrà essere assunto sotto controllo e prescrizione medica), sarebbe in grado di bloccare l'aumento
della permeabilità intestinale indotto dal glutine inibendo la zonulina che “regola”
il passaggio tra una cellula e l’altra nell’intestino. La pillola anti-celiachia,
assunta prima di pasti potrebbe quindi “impedire” il passaggio del glutine nel
corpo e frenare la conseguente reazione immunitaria ed i ben noti
danni alla mucosa intestinale. Anche se i risultati ottenuti fino ad ora sono molto promettenti, è
sempre meglio non farsi prendere dai facili entusiasmi. In primis è necessario che la fase sperimentale sia completata con successo e successivamente, non di certo per importanza, bisogna sottolineare, come ribadisce sempre il Dr. Fasano, è che anche se e quando tale pillola sarà disponibile,
non servirà per
guarire dalla malattia ma per migliorare la qualità della vita dei celiaci.
Già perchè la pillola avrà come funzione quella di
terapia integrativa e non sostitutiva della dieta priva di glutine perchè il Larazotide Acetate, così si chiama la molecola individuata che "combatterebbe" il glutine,
non ha comunque un'azione protettiva netta e completa, pertanto sarebbe prevalentemente utile nel caso di situazioni in cui non si può essere del tutto certi della sicurezza degli alimenti assunti o di contaminazioni accidentali. Come dice lo stesso Fasano, sarà una
terapia di protezione.
Due caratteristiche accomunano le due sperimentazioni (in realtà sono molte di più le sperimentazioni, noi abbiamo segnalato le più significative e argomentate di cui si trovano notizie), una è che è necessario un grande sforzo in termini economici per portarle a termine (cosa di certo non semplici data la crisi economica globale) e l'altra è che di certo passeranno ancora anni prima che, quale che sia la soluzione, venga immesso sul mercato un farmaco in grado di contrastare (e resta ancora da capire in che modo) la celiachia.
Detto questo, come anticipato, vorremmo creare un confronto per capire cosa ne pensate sulla possibilità di assumere dei farmaci in supporto o sostituzione (?) della dieta priva di glutine. Già perchè se è pur vero che aiuterebbe e migliorerebbe la qualità della vita e lo status di SPIGAto (la vita sociale in modo particolare), è altrettanto vero che si tratterebbe sempre e comunque di assumere dei farmaci sotto controllo medico. Dato che, passatemi il concetto, uno dei pochi lati positivi della celiachia è che è una malattia che come cura non prevede l'assunzione di alcun farmaco, sareste disposti ad introdurre costantemente dei farmaci che nemmeno la sperimentazione saprebbe ancora che effetto avranno a lungo termine?
Penso ai tanti amici e clienti intolleranti al lattosio o ancor peggio diabetici che possono assumere enzimi per contrastare l'effetto del lattosio o spesso sono obbligati ad assumere insulina per regolare il diabete, ma che, nel primo caso preferiscono (la maggioranza) scegliere prodotti privi di lattosio, nel secondo preferirebbero senza ombra di dubbio poter fare a meno di iniettarsi (o ingerire) insulina e avere un'alternativa alimentare.
A voi ora i commenti...